Viola Amarelli – L’ambasciatrice

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Ia edizione digitale: Dicembre 2015
Copyleft 2015 Smith & Laforgue Indipendent Press
Collana “Clandestini Digitali”

Poesia

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Consigliato perché:

“L’ambasciatrice” è un reportage in versi al femminile sulle infanzie, gli affetti, la politica e le nostre culture quotidiane, dove si alternano aforismi e poemetti, empatia e ironia con una ricchezza di linguaggi e poliedricità di timbri che ha pochi uguali nella poesia italiana contemporanea.

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Flavio Toccafondi – Vi tiravamo sassi

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Ia edizione digitale: Febbraio 2013
Copyleft 2013 Smith & Laforgue Indipendent Press
Collana “Clandestini Digitali”

Prosa

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Consigliato perché:

Morilles è un lampo di corpo magro protetto da un lenzuolo, Morilles è i particolari e i panorami eclatanti, due modi diversi di fingere bellezza.
Pioggia ed erbe infestanti, il sole, come allora, tramonta stretto tra porto e canale ed è sempre lo stesso, simile ogni giorno, per merli, cantanti di tango, gatti e pozze sull’asfalto, per me che continuo a tentare, capace solamente di essere confuso, di sporcare camicie su camicie, distratto da un vento colorato dal riflesso di piastrelle rosse e panni stesi ad asciugare, in questo tempo di corsi di lingua in cuffiette e tende nuove sui balconi, in questo tempo che sommato ad altro tempo dà per risultato tempo in cui tua madre ti chiamava dal balcone perché era ora di cena, era ora di rientrare.

Morilles è ferma nel tempo, in ognuno di quei ricordi quando con le squadre di quartiere al campetto tu eri Elkjaer e Jilles era Briegel e Thomas puntava l’uomo ché lui era Giresse e Xavier portava i guanti grandi e diceva “Segnategli a Pfaff! Segnatemi stocazzo” e mai poler ammettere che a casa sua di soldi ce n’erano davvero pochi e di guanti da pallone bastavano già quelli del fratello.

Morilles.

Dove tutti erano qualcuno.

Solo che a un certo punto hai qualche anno in più e un direttore del personale che ti comunica che non sei più Elkjaer e, per rendertene conto, ti è sufficiente fissare il cartellino all’uscita dalla fabbrica, ogni sera alle sei.

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Fabrizio Pittalis – Molto spiacente, Sir

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Ia edizione digitale: Gennaio 2013
Copyleft 2013 Smith & Laforgue Indipendent Press
Collana “Clandestini Digitali”

Poesia, Prosa

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Consigliato perché:

FANTASIA IN CULO A WALT DISNEY

Chi non vuole possedere in tasca le balene
per trovarle volentieri poi disciolte in pianti grossi
marci rivoli tonanti con i canti a sfondatimpani
per oceani d’uccelli rimbombanti lungo setole di pettini
introdotti di straforo alla toilette senza un perche’
e trichechi – e trichechi con i baffi spettinati e urlanti sugli scogli
con un tocco cavernoso d’universo dentro ai denti
tutt’allegri nei bicchieri insieme a tutti gli animali artici
rosa duri come setole di porci lerci a intarsiarsi nei momenti
corti e umidi inseguiti avantitutta involontari
come cieche vie di fuga dall’incastro in cui l’impasto ti rivela
ritornando con quel nodo di cemento che s’inghiotte
e non si scioglie non si scioglie non si scioglie non si scioglie più?

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Alessandro Cinelli – Senza perdonarsi mai

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Ia edizione digitale: Gennaio 2013
Copyleft 2013 Smith & Laforgue Indipendent Press
Collana “Clandestini Digitali”

Prosa

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Consigliato perché:
“Contrariamente a tutta la letteratura in merito non c’è nessun lento svelarsi.
Nessun progressivo riappropriarsi dei sensi. Dall’assoluto buio il professor Walton si ritrova improvvisamente nel mondo. La prima sensazione che riceve dall’esterno è la ruvidità amidata del lenzuolo su cui è sdraiato. Ogni particolare della stanza gli appare nitido e definito. Probabilmente è la luce bianca, sicuramente neon, che rende tutti gli spigoli evidenti, tutte le ombre marcate.
Si volta verso destra e osserva un ambiente completamente vuoto. Le pareti sono bianche, lattate. Sembrano composte di un unico pezzo di ceramica. Ovviamente, conclude, è un’impressione. E’ convinto che, avvicinandosi, capirebbe esattamente la natura di quel rivestimento. Soltanto un grande specchio occupa una significativa porzione della parete alla sua sinistra.
Vestitosi con gli indumenti trovati sotto la lettiga si avvia alla porta che ha individuato.
Indugia prima di uscire. Aprendosi, la porta ha permesso all’aria esterna, più fredda, di insinuarsi nella stanza. Per qualche strano meccanismo ancestrale Walton associa più freddo a peggiore. Deve far ricorso alla sua razionalità per sconfiggere quella sensazione e forzarsi a uscire. Niente nella stanza lo aiuta a raccogliere le idee. Probabilmente l’ambiente esterno risulterà più familiare. Comunque non più alieno di questo.
Il pannello murale è ovviamente andato in tilt. Segna le 13.45 del 16 febbraio 2109. Oggi è il 25 dicembre 1999. Ne è certo. Non è data che si possa confondere. Strano. Non era mai successo. La base è completamente automatizzata e tutti i sistemi hanno la propria auto-diagnostica.”

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Marika Bortolami – Bruciature

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Ia edizione digitale: Febbraio 2012
Copyleft 2012 Smith & Laforgue Indipendent Press
Collana “Clandestini Digitali”

Poesia

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Consigliato perché:

“Il giardino è decadente come da definizione.
Le panchine bianche scrostate diventano palmi aperti
dove appoggiarsi e crogiolarsi
nel freddo lei inclinata nel vento e nella testa
le palpebre appena socchiuse e il sole nascosto dietro a un paravento.
Lei è un’attrice, lei finge che le assenze siano gnomi del buongiorno
nella mente è lui, di altezze spodestato, ricondotto all’unità estrema del doppio
nell’ora spaccata, nel profondo incastro del pane e la sua donna,
è un artista, descrive la paura di morire in sei pose diverse
e tra loro talvolta la parola, il dialogo, la musica negli spazi vuoti
il rosso che s’impenna, i gemiti dentro le orecchie
i sospiri.

Sanno solo toccarsi col respiro
puramente melanconici.

E autodistruttivi.”

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