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Ia edizione digitale: Febbraio 2013
Copyleft 2013 Smith & Laforgue Indipendent Press
Collana “Clandestini Digitali”
Prosa
***
Consigliato perché:
Morilles è un lampo di corpo magro protetto da un lenzuolo, Morilles è i particolari e i panorami eclatanti, due modi diversi di fingere bellezza.
Pioggia ed erbe infestanti, il sole, come allora, tramonta stretto tra porto e canale ed è sempre lo stesso, simile ogni giorno, per merli, cantanti di tango, gatti e pozze sull’asfalto, per me che continuo a tentare, capace solamente di essere confuso, di sporcare camicie su camicie, distratto da un vento colorato dal riflesso di piastrelle rosse e panni stesi ad asciugare, in questo tempo di corsi di lingua in cuffiette e tende nuove sui balconi, in questo tempo che sommato ad altro tempo dà per risultato tempo in cui tua madre ti chiamava dal balcone perché era ora di cena, era ora di rientrare.
Morilles è ferma nel tempo, in ognuno di quei ricordi quando con le squadre di quartiere al campetto tu eri Elkjaer e Jilles era Briegel e Thomas puntava l’uomo ché lui era Giresse e Xavier portava i guanti grandi e diceva “Segnategli a Pfaff! Segnatemi stocazzo” e mai poler ammettere che a casa sua di soldi ce n’erano davvero pochi e di guanti da pallone bastavano già quelli del fratello.
Morilles.
Dove tutti erano qualcuno.
Solo che a un certo punto hai qualche anno in più e un direttore del personale che ti comunica che non sei più Elkjaer e, per rendertene conto, ti è sufficiente fissare il cartellino all’uscita dalla fabbrica, ogni sera alle sei.